lunedì 24 ottobre 2011

Postcard of Svizzera

La Svizzera (nelle altre lingue ufficiali: "Schweiz" in tedesco, "Suisse" in francese, "Svizra" in romancio), ufficialmente Confederazione Svizzera[3] (abbreviazione diffusa nel linguaggio comune: "CH";[4][5] altre denominazioni ufficiali: "Schweizerische Eidgenossenschaft" in tedesco, "Confédération Suisse" in francese, "Confederaziun Svizra" in romancio, "Confoederatio Helvetica"[5][6] in latino), anche chiamata Confederazione Elvetica,[7] è uno Stato federale dell'Europa centrale, composto di 26 cantoni. Confina a nord con la Germania, ad est con l'Austria e il Liechtenstein, a sud con l'Italia e ad ovest con la Francia.
La Svizzera è un paese alpino senza sbocco al mare, il cui territorio è geograficamente diviso tra il massiccio del Giura, l'Altopiano e le Alpi svizzere, che formano in totale una superficie di 41,285 km². I 7,8 milioni di abitanti si concentrano soprattutto sull'Altopiano, dove vi si trovano le maggiori città: Zurigo, Ginevra, Berna e Basilea. Le prime due sono piazze finanziarie internazionali e vengono anche spesso considerate come le città aventi la qualità di vita più elevata al mondo, mentre Berna, come capitale de facto,[8] si occupa dell'interesse burocratico, politico e sociale della nazione e sempre qui è la sede del Parlamento e del Governo svizzeri, il Palazzo Federale (ted. Bundeshaus, fr Palais fédéral).[9] Con un reddito pro capite pari a 41.765 $ (2010), la Svizzera è uno dei Paesi economicamente più prosperi al mondo. Due terzi della forza lavoro sono attivi nel settore terziario e circa un terzo nel secondario.
La Svizzera è suddivisa in tre regioni linguistiche e culturali: tedesca, francese, italiana, a cui vanno aggiunte le valli del Canton Grigioni in cui si parla il romancio. Il tedesco, il francese, l'italiano sono lingue ufficiali e nazionali. Il romancio è lingua nazionale dal 1938 ed è parzialmente lingua ufficiale dal 1996. Alla diversità linguistica si aggiunge quella religiosa con i cantoni protestanti e i cantoni cattolici.
Gli svizzeri quindi non formano una nazione nel senso di una comune appartenenza etnica, linguistica e religiosa. Il forte senso di appartenenza al Paese si fonda sul percorso storico comune, sulla condivisione dei miti nazionali e dei fondamenti istituzionali (federalismo, democrazia diretta, neutralità), sulla geografia (Alpi) e in parte sull'orgoglio di rappresentare un caso particolare in Europa.
La politica estera è contraddistinta dalla tradizionale neutralità, mantenuta sin dal 1674, anno della prima dichiarazione ufficiale di neutralità della Svizzera[10]. La Svizzera fa parte delle Nazioni Unite (dal 2002), dell'EFTA, del Consiglio d'Europa, dell'Organizzazione mondiale del commercio. La Svizzera ospita numerose organizzazioni internazionali, in particolare a Ginevra, dove vi si trovano la sede della Croce Rossa e la sede europea dell'ONU.

Postcard of Korea South

La Repubblica di Corea (in Hangŭl 대한민국; in Coreano Daehan Minguk; in Hanja 大韓民國) chiamata comunemente Corea del Sud, è un Paese dell'Asia orientale che occupa la metà meridionale della penisola coreana. Confina a nord la Corea del Nord, a ovest con il Mar Giallo (e poi la Cina), a sud con lo stretto di Corea ed a est con il Mare Orientale (e poi il Giappone). La sua capitale, Seoul, è la seconda metropoli più grande del mondo (dopo Tokyo). Il paesaggio è prevalentemente montagnoso, nonostante ciò con i suoi 48 milioni di abitanti, la Corea del Sud è il ventesimo[1] paese più densamente popolato al mondo (dopo il Bangladesh e Taiwan). Scavi archeologici hanno dimostrato[senza fonte] che la Corea è stata abitata sin dal Paleolitico inferiore; ma la storia della Corea inizia nel 2133 a.C. con la fondazione di Gojoseon da parte di Dan-gun. Dopo l'unificazione dei Tre regni di Corea sotto il Regno di Silla nel 668 d.C., si successero le dinastie Goryeo (고려, 高麗, traslitterato anche come Koryo da cui deriva il nome Corea) e Joseon (조선, 朝鮮) fino all'invasione giapponese della Corea nel 1910. Dopo l'occupazione sovietica e statunitense del Paese conseguente alla seconda guerra mondiale, la Corea venne divisa in Corea del Nord, sotto l'influenza sovietica, e Corea del Sud, sotto quella statunitense. Il 20 giugno 1950 il nord, appoggiato dalla RPC e dall'Unione Sovietica invase il sud, causando una guerra che si concluse con un armistizio nel 1953 e che fece 4 milioni di vittime.
Dal 15 agosto 1948 la Corea del Sud è una repubblica presidenziale (anche se durante la seconda legislatura del 1960 prese provvisoriamente la forma di repubblica parlamentare) e, sulla base del PIL nominale (FMI, 2008) è la quarta economia più grande d'Asia e la quindicesima nel mondo. Soprattutto oggi è famosa come un paese di alta tecnologia informatica sulla base di un alto livello delle risorse umane per cui è riconosciuto come settimo paese al mondo secondo l'Indice di Educazione di sviluppo umano (ONU, 2008). Inoltre, fa parte dei 30 paesi OCSE e nel 2010 ha svolto un ruolo cruciale nel nuovo vertice globale G20 con Stati uniti, Francia, Inghilterra e Canada, al nome del G20 Steering Group

mercoledì 19 ottobre 2011

Postcard of Croazia






La popolazione [modifica]
La città fece parte della Repubblica di Venezia dal 1420 al 1797. Entrata a far parte dell'Impero austriaco nel 1797, già dal 1848 crebbe la diffidenza austriaca verso la componente italiana della popolazione di Spalato, che costituiva un pericolo per l'integrità dell'Impero.
Fu per questo motivo che il governo austriaco favorì, soprattutto dopo l'incorporazione del Lombardo-Veneto all'Italia (1859-1866), il formarsi di una coscienza nazionale croata, allo scopo di contrastare l'irredentismo italiano. Vennero così aperte di scuole in lingua croata e contemporaneamente si verificò una sistematica chiusura delle scuole italiane. In Dalmazia fu inoltre in tutti i modi favorito l'affermarsi dei partiti croati, e così in questa regione nel giro di pochi decenni la consistenza numerica degli italiani crollò. Nel censimento austriaco del 1890, primo a contare l'appartenenza linguistica, la popolazione della lingua d'uso (Umgangssprache) italiana era crollata all'8,6% (1.971 su 22.752 totale) e nel 1910 al 7,6% (2.087 su 27.492).[1], mentre ora è quasi sparita.
Attualmente, dei 188.694 abitanti 95,15% sono croati mentre i restanti 4,85% appartengono ad altre nazionalità (bosniaci, montenegrini, sloveni, serbi ed italiani).
Inoltre l'88,37% dei cittadini sono cattolici, il 5,26% agnostici, il 3,78 % non dichiarano la loro religione, il 2,12% ortodossi e lo 0,46% appartengono ad altre religioni.

Storia [modifica]

Colonia Siracusana, fu fondata durante il regno di Dionisio il vecchio (395 a.C.) con il nome di Aspálathos.[senza fonte] La Spalato romana è rappresentata dallo sfarzoso palazzo dell'imperatore Diocleziano, fatto costruire nel 295-304 d.C.
Ricostruzione del palazzo di Diocleziano
Nei secoli successivi, gli abitanti della vicina Salona, già porto illirico e in seguito popolosa città romana, per sfuggire alle incursioni degli Avari e degli Slavi, si rifugiarono fra le sue mura, fondando così la città di Spalatum: forse il nome della nuova città-palazzo deriva proprio dal latino palatium. In alcune carte medievali la città è anche chiamata Spalatro. Successivamente si susseguirono vari domini: l'Impero Bizantino, nel quale la città riuscì man mano a ritagliarsi una certa autonomia, quindi il Regno Croato, del quale era formalmente la capitale. Successivamente fu nel Regno Magiaro-Croato, nel contesto del quale la città mantenne la sua autonomia comunale, ebbe pochi anni d'indipendenza, quindi fece parte per quasi quattro secoli dei domini della Repubblica di Venezia, lasciando in eredità numerose vestigia; dal crollo della Serenissima nel 1797 si susseguirono le dominazioni dell'Impero di Francia, e dell'Impero Asburgico. L'Impero Ottomano invece mai riuscì a conquistarla.
L'influenza italiana (latina, dalmatoromanza, veneta) persiste nei secoli grazie agli scambi commerciali; forte è l'influsso del mondo veneziano, che comporterà il graduale passaggio dalla lingua dalmatica romanza, derivata direttamente dal latino, al veneto, divenuto una vera e propria lingua franca nel Mar Mediterraneo orientale, accanto ad un costante accrescimento della componente croata della popolazione (i nomi croati apparvero già nel secolo X [2]). La comunità italiana conobbe anche apporti immigratori dalla penisola e quella croata dall'entroterra. Nei secoli XV-XVI Spalato fu centro della nascente letteratura croata con Marco Marulo o Marco Marulich. Fino al periodo austriaco la situazione linguistica di Spalato, così come di molte altre città dalmate, fu assai complessa, dividendosi per nazionalità e per classi sociali. Lingua ufficiale e della cultura rimase l'italiano, utilizzato dall'aristocrazia e dalla più ricca ed influente borghesia, mentre la piccola borghesia e gli artigiani si esprimevano prevalentemente in lingua veneta, che come testimonio il Bartoli era la lingua d'uso prevalente nell'area urbana. La popolazione croata era invece sostanzialmente bilingue, utilizzando il croato - nella variante ciakava ikava, fortemente venetizzato per oltre la metà del lessico - nell'ambito familiare e del piccolo commercio, e il veneto (o l'italiano, a seconda del grado di istruzione) come lingua franca di comunicazione. Come testimoniò l'ultimo podestà italiano di Spalato - Antonio Bajamonti - l'italiano era capito da tutta la popolazione della città.
Spalato nel 1912, dove si notano i quartieri con nomi italiani: Borgo Grande, Borgo Pozzobon, Borgo Luca, Botticelle
Nella seconda metà del 1800 il forte sentimento di appartenenza nazionale che invase tutta l'Europa giunse anche a Spalato; vennero fondati giornali, circoli e movimenti irredentisti italiani e, in misura minore, croati. A partire dal 1882, dopo la sconfitta elettorale della Giunta retta dal Partito Autonomista dell'italiano Antonio Bajamonti, a causa delle forte pressioni austrocroate, Spalato venne governata da partiti filocroati - detti puntari - che avevano raggiunto ormai la maggioranza, relegando i partiti filoitaliani - detti tolomaši - a una minoranza, che vide diminuire progressivamente la propria influenza in città. La progressiva presa di coscienza dell'identità croata e il crescente afflusso di croati dalle zone circostanti fece regredire gradualmente anche l'uso dell'italiano, che pur conservò notevole prestigio per tutto il periodo austriaco ed ebbe un certo suo rilievo fino alla fine della Seconda guerra mondiale.Pure i censimenti furono ampiamente manipolati, tanto che tra il 1880 ed il 1890, la comunità italiana riportatavi si riduce di oltre il 90%.Passando da essere poco meno della metà della popolazione della città di Spalato a essere una piccola minoranza.
Con la dissoluzione dell'Impero asburgico in seguito alla Prima guerra mondiale, Spalato - nonostante la lotta di una parte della popolazione che ne voleva l'incorporazione nel Regno d'Italia (raccolta di ben 8000 firme su una popolazione di 17000 abitanti complessivi!) - entrò a far parte del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, che nel 1929 divenne Regno di Jugoslavia. Ciò comportò l'esodo di una parte della popolazione italiana. Le istituzioni scolastiche italiane vennero ulteriormente ridotte, ma la comunità italiana residua riuscì a sopravvivere. Nel censimento austriaco del 1910 a Spalato vi erano 2.082 italiani (cioè il 7,6% della popolazione totale di 27.492 abitanti), ma nel 1941 (quando l'Italia annesse Spalato) ve ne restavano meno di un migliaio su un totale di quasi 40.000.

Postcard of Argentina

Buenos Aires è la capitale e la maggiore città dell'Argentina con 3.050.728 abitanti (13 milioni nell'area metropolitana). È una delle più grandi metropoli sudamericane e sede di uno dei maggiori porti del continente.
Popolazione
Buenos Aires, con la crescita demografica degli ultimi decenni, si è ingrandita tanto da unirsi ad altri 24 municipi vicini (appartenenti dal punto di vista amministrativo alla Provincia di Buenos Aires), creando una conurbazione in cui vivono 12.843.000 abitanti.[1]
Si può anche parlare dell'area metropolitana Buenos Aires (a.m.B.A) per fare riferimento a questa conurbazione che colloquialmente viene definita Grande Buenos Aires.
Gli abitanti della città di Buenos Aires vengono chiamati "porteños", mentre gli abitanti della provincia di Buenos Aires vengono chiamati "bonaerenses".
Nella Capitale Federale (la città di Buenos Aires) spesso si parla un idioma particolare, il Lunfardo, gergo caratteristico che incorpora allo spagnolo dei termini di origini diverse arrivati con l'immigrazione.
Al censimento del 2001 la popolazione di Buenos Aires era formata per l'88.9 da bianchi, per il 7% da meticci, per il 2% da asiatici e per l'1% da neri.
La popolazione bianca residente in città è originaria prevalentemente dall'Italia e dalla Spagna, in minor numero dalla Germania, dalla Scandinavia, dalla Grecia, dal Portogallo, dalla Francia, dalla Russia e dal Regno Unito. Ci sono anche importanti comunità di siriani, libanesi ed armeni, inoltre la comunità ebraica è la più numerosa del sud America.
L'immigrazione più recente vede un consistente afflusso di boliviani, peruviani e paraguaiani.

Storia della città [modifica]

La città fu fondata per la prima volta dallo spagnolo Pedro de Mendoza il 2 febbraio del 1536 col nome di Ciudad del Espíritu Santo y Puerto Santa María del Buen Ayre. La seconda e definitiva fondazione fu nel 1580 col nome di Ciudad de la Santísima Trinidad y Puerto de Nuestra Señora de los Buenos Aires: la città fu battezzata con questo nome in onore del santuario di Nostra Signora di Bonaria di Cagliari in Sardegna. Occupava un'area di 2,3 km² ed ospitava 63 abitanti.


Ernesto Guevara de la Serna nacque a Rosario, in Argentina sul fiume Paranà, da una famiglia borghese benestante di origini spagnole, basche ed irlandesi. I genitori erano Ernesto Guevara Lynch e Celia de la Serna. Relativamente alla data di nascita si hanno notizie discordi: nella biografia più completa e documentata, quella redatta da Jon Lee Anderson viene citata l'affermazione della madre, la quale asserisce che la data corretta è il 14 maggio. Era primo di cinque fratelli (tre maschi e due femmine), sebbene il padre avrà da un secondo matrimonio con la pittrice argentina Ana Maria Erra altri 4 figli, Ramon, Maria, Victoria e Ramiro.
La casa natale di Ernesto "Che" Guevara a Rosario.
Il Che nel 1951, in Argentina
Nonostante soffrisse d'asma (male che costringerà i Guevara a trasferirsi a Córdoba e che lo affliggerà tutta la vita), si dedicò allo sport, specialmente al rugby (militò per un breve periodo anche nel San Isidro), con ottimi risultati. In questo contesto acquisì il soprannome "Fuser", contrazione di "Furibondo Serna", suo tipico grido quando partiva all'attacco.
Altra passione giovanile furono gli scacchi, gioco insegnatogli dal padre. Dall'età di dodici anni partecipò a diversi tornei scacchistici locali. Durante l'adolescenza, si appassionò alla poesia, specialmente a quella di Pablo Neruda. Come molti sudamericani della sua estrazione sociale e culturale, nel corso degli anni Guevara scrisse diverse poesie. Era, del resto, un lettore vorace ed eclettico, con interessi che variavano dai classici dell'avventura di Jack London, Jules Verne ed Emilio Salgari ai saggi di Sigmund Freud e Carl Gustav Jung ed ai trattati filosofici di Bertrand Russell. Nella tarda adolescenza si appassionò alla fotografia, passando molte ore a fotografare persone e luoghi. Anni dopo, avrebbe fotografato i siti archeologici visitati nei suoi viaggi.
Studiò dal 1941 nel "Colegio Nacional Deán Funes" e, nel 1948, si iscrisse all'Università di Buenos Aires per studiare medicina: dopo diverse interruzioni, si laureò il 12 luglio 1953[4].

lunedì 17 ottobre 2011

Postcard of Brasile


Postcard of Grecia

Atene (in greco antico: Ἀθῆναι, Athênai; in neogreco: Αθήνα, Athína)[1] è un comune greco, capoluogo dell'Attica e capitale della Repubblica Ellenica.
Fu la prima città del mondo ad adottare una forma di governo democratico storicamente accertata.
Attualmente il comune di Atene, stricto sensu, ha una superficie di soli 39 km² e una popolazione di quasi 750.000 abitanti, ma l'area urbana intesa come LUZ (Larger Urban Zone) dall'Eurostat conta 4.013.368 abitanti, ed è così la settima conurbazione più grande dell'Unione Europea, e la quinta capitale più popolosa dell'Unione.[2]
Atene è una metropoli cosmopolita ed è il centro economico, finanziario, industriale e culturale della Grecia, e ha una notevole importanza a livello europeo ma anche mondiale.[3] Nel 2008 è stata classificata come la trentaduesima città più ricca del mondo per potere d'acquisto[4] e come la venticinquesima più costosa[5] in una ricerca effettuata dalla società svizzera UBS.
È nota in tutto il mondo per la nascita della democrazia, per essere stata la sede dell'accademia di Platone e il liceo di Aristotele, oltre che aver dato i natali a Socrate, Pericle, Sofocle e molti altri filosofi e personaggi importanti dell'antichità. È stata inoltre una fiorente Polis ed è considerata la culla della civiltà occidentale.[6] In anni più recenti è stata al centro dell'attenzione di tutto il mondo per aver organizzato con successo i Giochi della XXVIII Olimpiade nel 2004 e per l'inaugurazione del Nuovo Museo dell'Acropoli nel 2009, che ha riaperto il dibattito riguardante i Marmi del Partenone.
Tradizionalmente la protettrice della città è la dea Atena, raffigurata sia sullo stemma che sulla bandiera della città.